Finché morte ci separi.
Mi chiamo Gioia, per alcuni pastore Gioia, ma il mio primo nome che appare sui documenti è Tirsa e il nome completo è “Tirsa Gioia Maria” Ciccone… lo so lo so, è da ridere…
Sono nata e cresciuta a Pescara e come spesso la descrive mio marito: una città ai piedi delle montagne, che profuma di mare. L’amo perché è la mia città ed è il posto dove credo Dio ha stabilito il Suo proposito per la mia vita.
A parte due anni trascorsi negli Stati Uniti per frequentare un college di teologia pratica, ho vissuto sempre a qui e ne sono felice.
I miei genitori erano pastori della chiesa evangelica (mio papà nonostante i suoi benedetti 90 anni continua di fatto a essere pastore e predicatore del Vangelo, mentre la mia mamma è già andata con Gesù).
La mia infanzia è stata felice e serena e sono grata a Dio e ai miei genitori per questo.
Sono cresciuta senza troppi agi, niente vizi, pochissimi giocattoli ma tanta gioia di vivere e voglia di scherzare.
Nel 1980 quando avevo solo dico solo 14 anni nella chiesa che i miei genitori curavano arrivò un ragazzino molto carino di soli 17 anni che naturalmente colpì subito la mia attenzione di adolescente curiosa e chiacchierona.
Nel giro di pochi mesi ci siamo innamorati reciprocamente e in particolare il 25 aprile di quell’anno ci parlammo per la prima volta rivelandoci l’interesse che provavamo l’uno per l’altra e il fatto prioritario che entrambi volevamo servire Dio per tutta la vita!
Sono passati quasi 41 anni adesso. Ci siamo divertiti, abbiamo fatto i seri, ci siamo parlati, condiviso ogni pensiero, sognato insieme, creato, discusso, patteggiato, pianto e anche tanto sbagliato, attraversato momenti entusiasmanti e momenti angoscianti, ma la cosa bella è che nonostante tutto siamo ancora insieme e stiamo facendo proprio quello che sognavamo da ragazzini: servire Dio!
Eravamo ultra giovani quando ci siamo conosciuti quindi siamo stati costretti a far passare abbastanza anni per arrivare a sposarci.
Nel frattempo lui appena diciottenne ha frequentato una scuola biblica, poi ha fatto il militare, ha ripreso gli studi e si è messo a lavorare per poter costruire una famiglia.
Nel 1986 ci siamo sposati e dal ns matrimonio sono nati 3 meravigliosi figli: FIORELLA, VALERIA e FILIPPO.
Fatta tutta questa premessa arriviamo al punto che mi è stato chiesto di condividere e cioè il fatto che la nostra vita è stata caratterizzata da un evento che ha un po’ stravolto la ns esistenza: la scoperta tra il 1996 e il 1997 di una terribile malattia che colpiva mio marito: la sclerosi multipla, credo, nella sua forma peggiore, ovvero non a ricadute e remissioni ma, secondo le visite, gli esami, l’andamento, ecc… considerata inesorabilmente progressiva.
La diagnosi umanamente e scientificamente devastante arrivò mentre nel mio grembo avevo il mio terzo figlio: Filippo. È stata dura vedere, realizzare lentamente e poi sentirsi dire che si trattava proprio di quella patologia degenerativa e “spietata”… così mentre nel mio grembo cresceva la vita del nostro terzo figlio, nel fisico di Roger vedevamo gli effetti allora del tutto sconosciuti di questo ”mostro”…
Non volendo “magnificare” i sintomi abbiamo sempre cercato di affrontarla con tranquillità, cercando rifugio nella fede in Dio.
Ma dobbiamo dire che non si è mai preparati agli eventi della vita di questo tipo, e così si commettono anche tanti errori, alcuni per ignoranza, altri per incapacità, molti sicuramente in buona fede…
Fatto sta che non è stata una passeggiata e cmq mai ci saremmo aspettati di arrivare ad oggi così.
Ci siamo sempre aspettati che qualcosa cambiasse e che potessimo realizzare la guarigione. E comunque ce lo aspettiamo ancora ogni giorno!!!
Ogni giorno ci aspettiamo qualcosa di buono e speciale e devo dire che anche se non è successo tutto quello che mi sono aspettata negli anni, sono comunque successe tantissime cose belle e speciali!!!
Vero è che abbiamo dovuto fare delle scelte importanti a suo tempo e così mentre aspettavamo la manifestazione della perfetta volontà di Dio (noi crediamo che la Sua perfetta volontà è la guarigione fisica perché Dio ci ama e vuole il nostro bene) ci siamo detti: … aspettiamo a braccia conserte? … ci deprimiamo? … ci ribelliamo? O continuiamo a camminare con Dio cercando di amarLo e servirLo al meglio delle nostre forze … ?
Abbiamo scelto l’ultima opzione e per 23 anni adesso (mai avremmo pensato ne sarebbero passati così tanti) abbiamo continuato a cercare di fare la cosa giusta al momento giusto e nel modo giusto…
Dico cercare di fare perché è scontato che non sempre ci siamo riusciti e abbiamo commesso ancora tanti errori. Ci siamo corretti e siamo ripartiti.
I figli sono ormai cresciuti seppure vivendo talvolta gli aspetti più aspri di questa orribilemalattia che metteva in serie difficoltà il loro padre.
E mio marito ed io abbiamo lavorato con ardore al sogno che avevamo da ragazzini: predicare, trasmettere, presentare Gesù alla nostra e alla nuova generazione.
Quindi abbiamo fondato una chiesa che è cresciuta progressivamente nel tempo, spostandosi da un piccolo locale all’altro … e ci ha portato ad andare anche oltre: chiedere e ottenere (dopo anni di insistenza) un grande terreno dal comune su cui edificare una struttura propria con ampi spazi dedicati a tante attività connesse alla predicazione del Vangelo.
Con immensi sacrifici abbiamo completato il piano terra del primo edificio dove ci riuniamo attualmente ma il nostro sogno va ben oltre: c’è da realizzare una casa famiglia, un campo polivalente, un’area giochi per bambini, laboratori pratici dedicati a giovani e giovanissimi, un altro edificio più grande, altri parcheggi, ecc., ecc…
Le sfide di ogni giorno? Grandi davvero. Momenti ardui? Tantissimi.
Voglia di arrendersi? Qualche volta.
La soluzione? Gesù! La personale relazione con Lui e la Sua Parola.
Non c’è nessun altro segreto! Perché io ritengo che ho attinto tutta la mia forza dal mio Dio, perché quello che abbiamo vissuto e attraversato in certi momenti è proprio disumano. E soprattutto per mio marito!!!
Ma con Dio si possono fare prodezze perché Lui è fortissimo e inesauribile in tutte le Sue risorse.
Credo anche fermamente in quello che Lui dice e sono abbastanza radicale nelle scelte. Quindi per me dire, davanti a Dio, a un bel ragazzino di poco più di 20 anni pieno di salute: ti sposo e starò al tuo fianco finché morte non ci separi vuol dire esattamente questo. Punto.